Sull’altopiano ibleo, tra filari di carrubi e muretti di pietra bianca, si erge l’Eremo della Giubiliana. Da qui lo sguardo abbraccia il Mediterraneo e corre lontano, fino a incontrare Malta e la costa africana, in un orizzonte che non smette di sorprendere.
Le sue radici risalgono al Medioevo, quando il complesso nasce come romitorio e baglio fortificato del feudo di Renna. Per secoli ha protetto la campagna dalle incursioni barbariche e custodito la vita agricola dell’altopiano ibleo. La torre nord, restaurata di recente, conserva ancora lo stemma in pietra dell’Ordine Teutonico, testimone del legame con Federico II e della presenza dei cavalieri in Sicilia, seguiti poi nel Cinquecento dai Cavalieri di San Giovanni che utilizzarono l’Eremo prima di stabilirsi a Malta.
Nel Settecento l’Eremo diventa proprietà della famiglia Nifosì, aristocrazia terriera ragusana, che la converte in una dimora fortificata. Oggi, grazie alla passione di Vincenza Jolanda Nifosì, quelle stesse mura accolgono viaggiatori da ogni parte del mondo, trasformando la residenza in un raffinato resort 5 stelle vicino Ragusa Ibla.
Nella parte nord del parco dell’Eremo affiora una necropoli risalente al V-III secolo a.C.
Le tombe, scavate nella roccia e chiuse in origine da pesanti lastroni di pietra, erano protette da canalette che convogliavano l’acqua piovana: un sistema semplice ma ancora ben riconoscibile.
Quando mio figlio mi chiese di aprire l’Eremo all’ospitalità, per convincermi disse che da sempre la nostra famiglia vi aveva accolto i propri ospiti.
Io obiettai che tutti quelli che erano stati ammessi nella privacy dell’Eremo, erano anche nostri amici.
La risposta fu che una volta all’Eremo i nostri ospiti sarebbero diventati i nostri amici.
Adesso che l’Eremo ha avuto questo successo inaspettato, devo riconoscere che aveva ragione…
EREMO DELLA GIUBILIANA
28 OTTOBRE 1997
